Brevi nozioni sulla Nobiltà

Per il lettore che sia entrato nel nostro sito per caso, o perchè gli è stato indicato da un amico, questa potrebbe essere una buona occasione per conoscere qualche semplice nozione su quella che viene definita “nobiltà” o meglio status di nobile e sulle persone che si trovano in detto status. Premesso che l’attribuzione dei titoli nobiliari era – ed è ancora – privilegio di un regnante o di una Repubblica Aristocratica, la così detta – per quanto riguarda il sovrano – Regia Prerogativa. Diciamo in primis che la nobiltà si può classificare in tre principali categorie: nobiltà di origine feudale che aveva come funzione l’amministrazione di un feudo, quando un Re o un Imperatore affidava ad un meritevole (generalmente per fatti di guerra) suddito il governo di una parte del suo regno (Marca, Contea o altre). Il governo non sempre era totale, a dire il vero, tanto è che i sovrani anglo sassoni sovente inviavano nel feudo un proprio funzionario di fiducia (il coroner) 1 per controllare le prerogative della corona (di qui il nome) e successivamente anche l’amministrazione della giustizia soprattutto nei casi di morte evidentemente non naturale. La nobiltà feudale doveva per forza rispettare il principio del maggiorascato / primogenitura per evitare il frazionamento del feudo stesso. In secondo luogo e in tempi successivi abbiamo la nobiltà civica quando le Repubbliche Aristocratiche concessero il titolo di nobiltà (Marchese) a cittadini insigni che ricoprivano cariche pubbliche di particolare rilevanza (prima fra tutte la carica di Doge); da qui nacquero le nobiltà del Patriziato. A Genova il Patriziato ebbe inizio nel 1528 e rimase in vigore sino al 1797 e questa nobiltà si formò con le più illustri famiglie che ebbero il governo dello Stato, cioè a dire che erano essi stessi i sovrani, cioè i compartecipi dello Stato. In questo caso non vi era ragione di distinguere primogeniti da ultrogeniti in quanto la sua funzione era quella di mettere i membri della famiglia a disposizione per l’amministrazione della città. Da notare che in secoli precedenti a illustri famiglie genovesi furono, per decreto di un Imperatore, concessi feudi nell’entroterra (e.g. Fieschi conti di Lavagna).

Terza la nobiltà onorifica è quella di molte famiglie nobilitate per Diploma Sovrano, Regi Decreti, Regie Lettere Patenti, Brevi Pontifici ed altri. In tutti e tre i casi enunciati la persona così investita diveniva Marchese, Conte, Barone, Nobile ed aveva il diritto di trasmettere in infinito alla sua discendenza detto titolo. Scorrendo gli Elenchi Ufficiali Nobiliari si legge ad esempio: titolo di Marchese (mpr ) o (m ) o ancora (mf ) che vuol dire nell’ordine: per linea maschile primogenita, maschile anche ultrogenita, maschile e femminile.

Naturalmente se la concessione è stata solo in linea maschile primogenita, i figli ultrogeniti non hanno diritto al titolo e nemmeno i loro discendenti. Le femmine della famiglia conservano il titolo per tutta la vita; se sposano un nobile assumono il titolo del marito e si dirà:

Marchesa …nata Baronessa…Se sposa un non nobile conserva il titolo, ma non lo trasmette ai figli, a meno che non intervenga un Provvedimento di Grazia ed al marito venga concesso il titolo della moglie con una concessione Maritali Nomine e il titolo è trasmissibile ai figli. Per indicare l’origine nobiliare si dice anche N.H. Nobilis Homo e N.D. Nobilis Domina. Dopo la scomparsa di S.M. il Re Umberto II di Savoia è decaduta la Regia Prerogativa e pertanto non verranno più concessi nuovi titoli nobiliari. Sappiamo che la Costituzione recita “i titoli nobiliari non costituiscono contenuto di un diritto e, più ampiamente, non conservano alcuna rilevanza” [art. 3 della XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione]. Quindi non vi saranno più Provvedimenti di Grazia, ma in casi da sottoporre all’esame dei preposti Organi del Corpo della Nobiltà Italiana, soltanto Provvedimenti di Giustizia cioè riconoscimenti di titoli pre-esistenti e non concessioni di titoli ex novo. Veniamo ora allo Stemma o Arma – di famiglia – naturalmente. Dal greco στέμμα che vuole dire “corona” ha origine dal fatto che sia in guerra che nei tornei cavallereschi il condottiero avendo il volto celato dall’elmo, per farsi riconoscere portava sullo scudo il segno distintivo della sua famiglia. Sopra lo stemma, si trova l’elmo sormontato dal cimiero, si dice per incutere timore all’avversario. Una precisazione: non si creda che stemma = nobiltà; nel medioevo quasi tutte le famiglie del ceto borghese avevano uno stemma, (che fu definito un “cognome illustrato”) come anche le corporazioni ed i Comuni – che lo hanno ancora oggi – e solo alcuni ornamenti esteriori permettevano di riconoscere lo stemma nobiliare. In sostanza tutte le famiglie nobili hanno uno stemma, ma non tutti gli stemmi si riferiscono a famiglie nobili. Araldica deriva da Araldo, il quale secondo qualcuno sarebbe stato l’ufficiale dell’armata e secondo altri successivamente il funzionario che svolgeva importanti compiti nei tornei.

La Corona sormonta lo stemma ed indica il grado di nobiltà (corona di Principe, di Duca ed altro). Ogni famiglia nobile conserva il suo Albero Genealogico che è in sostanza il grafico raffigurante l’elenco completo degli antenati che viene utilizzato nella Genealogia, la scienza storica che accerta e ricostruisce i legami di parentela. Dal capostipite (che ha ricevuto la concessione del titolo di nobiltà) abbiamo i discendenti in linea diretta per generazione naturale, mentre i collaterali sono tutti i discendenti da un comune capostipite, esclusi quelli in linea retta. Nel 1958 un gruppo di nobili gentiluomini hanno costituito il Corpo della Nobiltà Italiana, che si suddivide in 14 Associazioni Nobiliari Regionali; il lettore troverà ampie spiegazioni e delucidazioni negli articoli contenuti nel sito. Ed ora la domanda che alcune volte ci sentiamo porre: “vorrei sapere se la mia famiglia ha origini nobiliari”.

Premettiamo che dobbiamo essere molto attenti su questo punto; chiunque può scriverci (link a contatti) ma preghiamo fin d’ora di farlo solo se chi scrive sarà in possesso di documenti certi, meglio se in originale. Ricordiamo che occorre dimostrare la discendenza diretta da chi ha avuto la concessione (o anche il riconoscimento) del titolo, facendo attenzione alle limitazioni primogenito, ultrogenito, femminile di cui sopra. In seno all’Associazione Nobiliare della Liguria opera la Commissione Araldico Genealogica che – esaminate ed approvate le pratiche – le invia all’approvazione della Giunta Araldica Centrale. Per qualsiasi informazione di carattere generale soprattutto storico sulla nobiltà ed argomenti ad essa relati siamo a disposizione di chiunque ci vorrà contattare.

Ettore De Katt

1) La funzione del coroner venne sancita dall’articolo 20 degli “Articles of Eyre” nel settembre del 1194 e venne meglio precisata nel capitolo 24 della Magna Carta nel 1215.